Mi piaceva la donna da corteggiare.
Quella del detto e non
detto, del vedo e non vedo.
Magari con l’SMS prima di dormire, l’aperitivo fuori o un
incontro similcasuale ben studiato. Lei ti metteva le canzoni, si rifugiava nella sua playlist e
parlava di te alle sue amiche. Le brillavano gli occhi. La donna che andavi a prendere sotto casa e che scendeva in
ritardo, la donna che un po’ te la faceva soffrire anche solo per un bacio
prima di lasciarla. Per cui valeva la pena aspettare che risalisse le scale,
assicurarsi che fosse rientrata a casa o che le fosse andato bene quell’appuntamento
importante alla mattina.
Amavo la donna che, solo nel rapporto sentimentale, facesse
la donna.
E che usciva solo nel week end, per metabolizzare meglio le emozioni
e ricreare continuamente una romantica attesa.
Mi viene la malinconia a guardare le donne, oggi.
Con quella voglia di arrivare al sodo, subito. Non c’è bluff,
o foldano o vanno all-in. Tiratissime già all’ora del the. Quella finta aria da eterne ragazzine innocenti, con la
boccuccia a culo di gallina, la schiena distorta e il Pongo nel reggiseno.
Dicono parolacce, le più fashion tirano giù i santi. Sono
indipendenti, emancipate, con le palle (in alcuni casi, anche fisicamente). Così spontanee da camminare sui tacchi con non-chalance come
una colombiana su Via delle Acque Vergini. Non la vai a prendere sotto casa, perché
è Smart-munita. Aspetti che salga le scale solo per guardarle il culo un’ultima
volta prima di non rivederla mai più, immaginandotela tutta da scoprire, facendo
finta di non sapere che sull’inguine ha tatuato nell’ordine:
1.
tre ciliegie che fa un pò puttanella
2.
una farfalla perché ce l’ha Belen e a me che
cazzo me manca
3.
l’ideogramma Freedom (da non intendersi come “libertà”
ma come Frank Freedom, pornoattore giamaicano)
4.
la scritta US ARMY
E, a differenza di qualche anno fa, non vedi l’ora di
tornare a casa per la Champion’s. Perché, regà, le donne di oggi scopano pure
il mercoledì di coppa.
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