Percentuale stimolante per lei, ritardante per lui


3, 2, 1, saldi.
Forse la sintesi dell'impatto pubblicitario sulla massa (intesa, per così dire, in senso dispregiativo alla Le Bon) consiste nell'osservare la fenomenologia che si sviluppa in alcuni periodi dell'anno. Saldi invernali ed estivi, prezzi gonfiati dai negozianti nelle settimane prima, per diventare "magicamente" prezzi correnti e non scontati nelle settimane dei saldi. 50, 60 e 70%. Sono affaroni. Svendiamo tutto. Fuori tutto. Tutto cosa? Tutto ciò che i prodi commessi hanno ri-sistemato negli scaffali qualche giorno prima dei saldi, evitando accuratamente di inserire tra la merce scontata gli articoli più in voga, o i nuovi arrivi. Scaffali dai quali scompaiono magicamente le Converse, gli ultimi Levi's, le grandi marche. Ma la gente invade boutiques e centri commerciali, per appagare il proprio desiderio di possesso. Spinti dai cartelloni, dai volantini, dai pre-avvisi di sconto che una politica di marketing azzeccata ha provveduto a diffondere per "preparare la rete". Chi si lamenta dei prezzi alti, stamattina aveva come unico obiettivo quell'unica taglia M contesa come una donzella 800esca da più pretendenti.
C'è chi uccide, per i saldi.

Tanto, in questa Italia c'è l'indulto.

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